lunedì 21 febbraio 2011

AGeSC: Più Famiglia e più libertà di educazione per uscire dalla crisi

Comunicato stampa.

 In questo clima sociale e politico di confusione in cui si perde di vista l’obiettivo del bene comune, l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche, riunita in Consiglio nazionale con i rappresentanti di 17 Regioni e 60 province, chiede con forza che vengano messi al centro dell’azione e dei programmi di tutte le istituzioni e di tutte le parti politiche quei problemi la cui soluzione può garantire un futuro e un benessere al nostro Paese.

Le famiglie, che costituiscono il fondamento della società italiana, hanno bisogno e chiedono che si sostenga la ripresa della natalità, la vita quotidiana e la solidità delle famiglie, la sfida dell’educazione nella complessità culturale e sociale di oggi, sfida resa ancor più difficile dai messaggi ambigui e negativi di molti mass media.
La famiglia non deve essere lasciata sola nell’insostituibile compito educativo.

Come dimostrano ampiamente quelle nazioni europee che meglio delle altre stanno superando la crisi attuale, è proprio investendo sulla famiglia, sulla ripresa della natalità e sulla scuola che anche l’Italia saprà far fruttare le sue vere risorse – in primo luogo la famiglia – e riprendere un cammino di sviluppo. Queste richieste devono trasformarsi in una riforma del fisco che metta al centro la famiglia, in sostegni diretti a chi mette al mondo figli, in finanziamenti alla libertà di scelta delle scuole da parte delle famiglie: si tratta di investimenti, prima che spese.

In particolare per quanto riguarda il finanziamento della scuola non statale – in attuazione della Costituzione, della libertà di educazione e della concreta realizzazione della sussidiarietà –, la richiesta di tante famiglie italiane (almeno una su 5) di poter scegliere senza condizionamenti economici la scuola pubblica paritaria deve finalmente trovare una risposta concreta e definitiva in questa legislatura.

Paesi che secondo le indagini internazionali hanno i migliori sistemi scolastici, come Finlandia e Svezia, hanno da tempo fatto questa scelta e aumentato la quota di scuola non statale. La riforma del sistema scolastico italiano, che va completandosi con le modifiche della scuola secondaria superiore, della formazione e reclutamento dei docenti e con l’ampliamento del sistema di valutazione nazionale, necessita della piena attuazione della parità scolastica per dare risultati positivi e non restare incompiuta.